Divagazioni sui toponimi giuglianesi
Via Licante
Nel post precedente ho parlato di vico Nilo, pare normale che ora si vada a ragionare sul toponimo Licante.
Secondo Agostino Basile il toponimi derivava dalla famiglia Cante che vi abitava, come il toponimo Licoda, poi ne parleremo, sarebbe derivato dalla presenza della famiglia Coda. I lettori che amano la immutabilità delle cose possono anche fermarsi qui.
Da quanto si tramanda Licante dovrebbe essere la denominazione di un sito abitato dalla famiglia Cante. Qui si apriranno già discussioni tra i membri della famiglia Cante e quelli della famiglia Canta. Più volte sono stato redarguito per avere assimilato i due cognomi o avere detto, in una pillola di storia trasmessa da Teleclub Italia, parlando di Anniballo Canta, la frase: “Cante o Canta come dir si voglia”.
Da ciò il primo dubbio: vi abitavano i Cante o i Canta? Dubbio che io non posso risolvere perché informatizzando i registri parrocchiali dal 1550 al 1632 non ho rilevato questo sommarsi del cognome, ambedue i cognomi, in zona.
Però, per chi ama la versione del Basile, Agostino, la facciamo restare in gioco come ogni notizia trasmessaci dal nostro benemerito.
Ma oltre che in questo sito, abitato dai Cante e dai Canta, troviamo Licante, citato o utilizzato da qualche altra parte?
Non dovremmo, trattandosi dalla derivazione di un agglomerato di famiglie locali con lo stesso cognome, invece gironzolando sul web si scopre che:
In “ vita e frammenti di Saffo di Militilene”, un libro scritto da Giuseppe Bustelli, edito in Bologna nel 1863, disquisendo della singolarità degli appellativi, a pagina 17, della introduzione, si scrive: “non furono anticamente due Minos, ambedue re di Creta , ma l’uno figlio di Giove e d’Europa e giusto, l’altro nipote del primo e figliuol di Licante e crudel tiranno”.
In “Storia della antica Grecia” di Tommaso Sanesi, edito da Le Monier a Firenze, nel 1859, a pag. 101 è citato uno spartano di nome Licante che va alla ricerca del corpo di Oreste.
Nella “ Storia degli imperatori romani da Augusto a Costantino Paleologo” di Lebeau e Crevier ,volume v, edito a Napoli da stamperie Fibreno, 1884, parlando di Teodoro in guerra con Comnemo, nella battaglia dell’Ades, si dice che il primo affidò parte dello schieramento ad Aronne sostenuto da Licante e dal normanno Radulfo.
Le Theatre di Pierre Corneille, tomo I, anno 1714, nella commedia “ la Place Royale” indica Licante come comandante di coorte romana e lo stesso autore ripete lo stesso personaggio nelle Tragedie, opera tradotta in italiano, tomo III, stampato a Venezia nel 1748 da Giuseppe Bertella.
Nell’Eneide di Virgilio, opera tradotta in Napoletano da Giancola Setillo, pseudonimo del gesuita Nicola Stigliola, edito a Napoli nel 1784, al canto 9°, ci parla di mastro Licante costruttore di spade.
Torquato Tasso nella Gerusalemme conquistata, canto decimo, cosi scrive “ Alfagar non potea arco e saetta molto adoprar nella sanguigna mischia, ma con la fiera lancia a terra mette Licante e Palinor , che più si arrischia”.
Benedetto Marcello nella opera “ il Teatro alla moda , pubblicata nel 1720, riporta che l’appellativo Licante sia stato usato come anagramma dalla cantante Caterina Canteli.
Insomma diciamo che qualche dubbio potrebbe sorgere
pio iannone