Un documento inedito sullo sviluppo urbanistico

Un documento inedito sullo sviluppo urbanistico




 

1958. Un anno di previsioni urbanistiche di grande portata?
Pare di si, anche se il Piano Regolatore di Napoli, elaborato in quella data , sindaco il mitico Achille Lauro ( o’ comandante), non fu mai adottato e addirittura fu oggetto di indagini giudiziarie di tale portata da dare occasione di realizzare un film rimasto nella storia della politica italiana: Mani sulla Città.
Vi recitava come attore un consigliere comunale, poi destinato a diventare senatore del PCI , Carlo Fermariello.
Descriveva i metodi , gli interessi, le trame di quel disegno che fu definito il sacco di Napoli.
Era il periodo durante il quale furono coperti di cemento , in modo legale, i Colli Aminei e il Vomero.
Un periodo rimasto nella memoria collettiva come culla di un modo cattivo di gestire il territorio.
Un modo non buono di vivere la città.
Oddio, dopo  questo piano, Napoli nel 1972 si è dotata di un PRG che doveva essere peggio del 1958, se è vero che non è riuscito a prevedere il soddisfacimento del bisogno abitativo, tant’è che subito dopo prende il via quell’abusivismo edilizio che ha creato il quartiere simbolo di Pianura.
Oggi stanno discutendo la variante generale al PRG.
Mentre il medico studia……..
Ma che ci azzecca il PRG di Napoli del 1958 con Giugliano ?
Non ci crederete ma prevedeva il  destino della nostra città meglio di Nostradamus!
Nelle cartine che riportiamo , ricavate da una rivista del 1976, Giugliano doveva essere di 100 abitanti raccogliendo gli espulsi della Città di Napoli .
Quanti siamo dopo 50 anni ? 100 mila abitanti.
Incredibile!
Dove deve sorgere l’area industriale?
Ma Ponte Riccio , ovviamente, dove è sorta ( anche se rachitica) !
Osservate gli assi di scorrimento previsti : sono quelli realizzati dopo decenni dal 1958.
E la fascia costiera?
Zona residenziale a ridosso di Monte Ruscello.
Non sarà residenziale , per gran parte, ma proprio in quella zona hanno costruito a più non posso in modo legale ed illegale.
La domanda sorge spontanea :quello del 1958 era il Piano Regolatore di un mago o era l’unico realizzabile?
Certo ad oggi dobbiamo dire che i professori e gli amministratori locali non hanno saputo pensare di meglio.
A meno che non l’avessero nascosto nel cassetto come vademecum del perfetto cementificatore.
I momenti di attuazione di questa profezia sono il Piano di Fabbricazione del 1975 e il Piano Regolatore del 1983.
Nel primo, l’anelito di fornire case al popolo, si trasforma in una miriade di cooperative, dallo spirito poco sociale, che a prezzi di mercato offrono, ai “soci”, case edificate su suoli espropriati a poco prezzo e concesso in diritto di occupazione per 99 anni.
Nasce la megalopoli di Campopannone e quando il marcato non tira ecco che , miracoloso , arriva il terremoto: le case vengono vendute al Comune di Napoli che vi esilia migliaia di persone che vanno a  formare lo slum di Contrada Barracano affiancato da altre mirabolanti iniziative edilizie benefiche che rimpinguano le casse del costruttore di turno.
I servizi sociali e le infrastrutture verranno poi.
Nel 1983 la chicca urbanistica.
Dopo aver abbattuto il vecchio municipio, per creare l’oggetto che oggi svetta nel cuore nel centro antico ed aver raso al suolo il vecchio convento che fungeva anticamente da carcere , si codifica lo sviluppo urbano della città.
Per rendere l’idea a chi non conosce il territorio diremo che il territorio di Giugliano e vasto quanto quello di Napoli. Un quadrato che su di un lato ha il mare e in uno degli angoli del lato superiore ha il centro antico. Attaccato a Melito , a Villaricca ed a Mugnano.
Nel bel mezzo la linea della Ferrovia dello Stato con la fermata di Ponte Riccio.
Si poteva pensare di preservare il centro, sfruttare la linea ferroviaria per edificare la nuova Città nella zona di Ponte Riccio.
Prevedere lo sviluppo turistico di Licola Varcaturo attraverso la previsione di un’area alberghiera , una industria dello svago e del divertimento e del turismo.
Invece la bella pensata , ma solo per attuare la profezia.
L’estensione è prevista intorno ed all’interno del centro storico , inglobando Campopannone, ed alla fine, in uno spazio limitato, si conta l’80% dei centomila abitanti.
Ovvio finale: una invivibilità generale.
A Ponte Riccio la fermata delle FFSS è stata abolita perché improduttiva , vi abitano gli Zingari, vi è un’area ASI desolata , vi campeggia la discarica di Masseria del Pozzo alla quale fa da corollario l’impianto di CDR.
A Licola Varcaturo, tra un mare inquinato , un bell’impianto di divertimenti, l’abusivismo edilizio più becero,  le case che scarico i liquami nelle falde d’acqua marina ,   sorgerà la base NATO.
Però , continua la chicca, il residuo della macchia mediterranea, rimasto tra la Domitiana , il mare, le case abusive ed i laghetti dai quali si è cavato la sabbia per le costruzioni, è stato elevato ad OASI con la benedizione di un provvedimento della Regione Campania.
Quando si unisce la creatività degli urbanisti e la sensibilità ambientale il risultato, forse, lo vedranno anche i posteri.