Si è tenuta martedì 25 febbraio la presentazione del libro ” Giugliano una storia lunga 1000 dagli Angioni al 1806″. Il lavoro di Antonio Iannone è stato Patrocinato dalla Proloco Giugliano, diretta dal prof. Mimmo Savino, ed è stato realizzato con finanziamenti privati. Il luogo scelto per l’evento ha testimoniato la singolarità dell’opera: il locale che sino al 1845 immetteva nel cimitero dei religiosi. Entrando nella cappella della Madonna della Pace, in fondo, sulla sinistra, tra testimonianze dei secoli passati, oggi c’è la sala che Congregazione dedicata alla venerata immagine del Madonna con il Cristo morto, deposto sulle ginocchia. Già questo dato, sconosciuto ai più, che colloca un cimitero dove oggi ci sono gli uffici della ASL da l’idea della particolarità della ricostruzione operata dall’autore che accompagna il lettore in una storia sconosciuta ai più e lunga un millennio. Il parterre di relatori ha sottolineato la unicità del lavoro: il Vescovo di Aversa, nonchè vicepresidente della CEI, Mons. Angelo Spinillo, il Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli e Commissario straordinario alla biblioteca dei Gerolomini, prof. Mauro Giancaspro, l’avv. Prof. Giovanni Bottone, lungamente Presidente del Distretto Scolastico di Giugliano, il prof. Tobia Iodice, Vice Presidente della Proloco Giugliano nonchè saggista di letteratura italiana del XXI secolo. Sala stracolma con molte persone in piedi. Insomma una situazione difficilmente verificabile per un momento di cultura tecnicamente ben determinato quale può essere la presentazione di un testo di storia che riguarda la nostra città.Testo che non va definito di storia locale perchè, è stato lungamente spiegato dal prof. Giancaspro, non vi è una storia locale e una storia universale, esiste un contenitore che definiamo storia che è fatto dall’infinito numero di storie locali e dalle vicende che hanno coinvolto ogni singolo abitante dei luoghi più sperduti colpito da guerre, tasse, pestilenze al pari di quello della grande città. Una particolare attenzione è stata posta, sempre dal prof. Giancaspro, al mito della donna dormiente. Questa rappresentazione ha una origine antica e raffigura il culto della Dea Madre diffuso nel bacino medio orientale, sin dal terzo millennio a.C., ed è singolare che una città che fa derivare le sue origini dalla antica Cuma continui a usarla come suo segno distintivo dopo migliaia di anni.
Nello specifico il testo, dopo una prima parte dedicata alle realtà antiche che sorgevano attorno a quello che sarà il territorio di Giugliano, Atella, Liternum, Cuma e la città scomparsa di origine etrusca che occupava l’area della attuale Aversa, ripercorre le vicende del casale dal periodo Longobardo sino alla abolizione della feudalità nel 1806. Descrive l’evoluzione demografica, l’organizzazione sociale che passava attraverso le congregazioni, le dispute in merito al carico fiscale, la costruzione delle grandi chiese. Mette alla luce le rivolte popolari che accompagnarono sia la rivolta di Masaniello, nel periodo del duca di Guisa, che quella del 1799. Durante il percorso storico notizie derivate dalla lettura di testi del 1600 e del 1700 gettano luce sulla struttura produttiva Giuglianese nel corso dei secoli. Il tutto è concluso con una ricca appendice che, dopo la disamina di alcune particolarità della toponomastica locale, riepiloga con la formula moderna dello schema riepilogativo e di veloce consultazione, il contenuto del libro che ha utilizzato come trama di fondo il testo di Agostino Basile del 1800 arricchendolo di documenti e testimonianze.
Perchè è nato il testo lo ha spigato alla fine l’autore Antonio Iannone: Giugliano è un grande ammalato al capezzale del quale si alternano medici improvvisati e grandi luminari. Tutti hanno in comune la non conoscenza della storia clinica del paziente, i fatti che ne hanno caratterizzato la vita e quelli che possono essere posti ad ipotesi di cause della malattia. La ricostruzione operata è la storia della città ammalata che può mettere in condizione i futuri amministratori di capirne la genesi ed intervenire per guarire il paziente e riportarlo agli anni in cui era la nobile e civile Terra di Giugliano?.