Paolo Taglialatela un giuglianese nelle alte sfere vaticane

Paolo Taglialatela un giuglianese nelle alte sfere vaticane




 

L’anno 1749 segna due avvenimenti importanti nella vita religiosa di Giugliano: la prima incoronazione del simulacro di Maria della pace e la morte di Paolo Taglialatela.
I due avvenimenti sono connessi e strettamente collegati tra loro.
Una incoronazione Mariana coronava la diffusione di un culto diffuso e pregno di avvenimenti miracolosi collegati ad una effige o ad una rappresentazione della Vergine. La consuetudine era sorta agli inizi del 1600 ed era, e lo sarà inseguito, vanto di poche sedi Mariane d’Italia e del mondo.
Giugliano già dalla fine del 1400 ospitava il simulacro della Vergine. Una rappresentazione inserita a pieno titolo nella tradizione iconografica del “vesperbild”, nata in Germania nella metà del 1300, e culminata nella sua massima raffigurazione la Pietà di Michelangelo Buonarroti.
La sua collocazione nella periferia napoletana non ne avrebbe giustificato la conoscenza nelle sfere vaticane se non veicolate da chi in quelle sfere professava la sua fede e la sua attività sacerdotale.
Paolo Taglialatela era un giuglianese del quale abbiamo notizia certe.
Sappiamo che viveva nel fabbricato che fa angolo tra corso Campano e vico Miciano pervenuto nella proprietà Savino proprio per discendenza Taglialatela da parte di madre.
Il palazzo sino a pochi anni orsono era ancora detto “ la casa del Vescovo”.
Paolo, terminati gli studi nel seminario di Aversa, si congregò con il sodalizio dei Pii Operarj stabilendo la sua residenza in Roma.
Questa congregazione dei Pii Operarj merita qualche cenno.
Fu fondata da Carlo Carafa, figlio don Fabrizio Carafa dei duchi di Andria e conti di Ruvo e da donna Caterina di Sangro, nacque nel 1561 a Mariglianella di Nola.
Fu soldato e combatté valorosamente nelle Fiandre, nella Savoia e come luogotenente generale contro i Turchi, liberando la città di Patrasso.
In seguito abbandonò la mondanità riprendendo gli studi giovanili con i padri Gesuiti, venendo ordinato sacerdote il 1° gennaio 1600. La sua opera si svolgeva soprattutto tra agli ammalati dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli. Assieme ad alcuni sacerdoti napoletani, iniziò nel 1602 la predicazione di missioni rurali, percorrendo a piedi i paesi e le contrade dei dintorni di Napoli, istruendo gli ignoranti, confortando i moribondi, istituendo conservatori e orfanotrofi, fondando chiese e conventi in Napoli e provincia. Istituì così nel 1602 la Congregazione della Dottrina Cristiana, che nel 1621 cambierà il nome in Congregazione dei Pii Operai, con lo scopo dell’assistenza e istruzione della gente rurale delle campagne e dei sobborghi della città, che era maggiormente abbandonata. Nel 1606 costruì il Santuario della Madonna dei Monti, ai Ponti Rossi in Napoli, che divenne la culla della nascente Congregazione. Nella sua molteplice attività evangelizzò le tribù di zingari accampati nella periferia della città, assistette i condannati a morte e cercò di istruire e convertire gli schiavi maomettani. Altro campo d’azione del suo fervore apostolico fu la conversione delle meretrici per accogliere le quali fondò il Conservatorio di S. Maria del Soccorso e, successivamente, un altro conservatorio detto poi dal popolo “delle Pentite”. La sua Congregazione ebbe uno sviluppo notevole fra Napoli, Roma e dintorni nei secoli XVII e XVIII; nel 1656 sfiorò l’estinzione, quando tutti i suoi membri, nell’assistere gli appestati, contrassero la malattia morendo, solo quattro sopravvissero. Il Basile ci informa che alla data del 1800 altri cinque sacerdoti di Giugliano operavano all’interno di questa cristiana congregazione, purtroppo non riportandone i nomi.

Dunque Paolo svolge la sua vita in Roma, la sua cultura è tale che sia il papa Benedetto XIV che i membri del santo Officio facevano tesoro delle sue opinioni in materia di dottrina e di fede. Quindi Paolo è il probabile viatico alla incoronazione del simulacro della Madonna della pace e, non a caso, affianca l’inviato apostolico, mons. Assemani, nella gestione delle celebrazioni di tale importante avvenimento.
Per i misteriosi disegni che caratterizzano la vita umana Paolo muore proprio durante questa missione nella sua terra di glorificazione di una effige alla quale dovette tenere in modo particolare. Il suo certificato di morte ne descrive la sua appartenenza all’ordine dei Pii Operarj e fissa la data della sua dipartita il 13 giugno del 1749.
Viene sepolto nella cappella beneficiale di famiglia della Maria Maddalena.
Quella chiesa al corso Campano in fase di scomparsa, oggi, avvolta da tubi e travi ad offesa della memoria di quanti in essa vi sono sepolti, compreso il teologo Paolo Taglialatela.

Pio Iannone