L’origine del nome Barracano

L’origine del nome Barracano




L’origine del nome barracano

Molto spesso i toponimi di strade o di località danno informazioni utili per capire, nel passato, quale famiglia avesse originato quel casamento o quei casamenti. Vico de i Cacciapuoti, vico Pinto, vico Pianese e tanti altri, collocati nel centro storico, indicano le famiglie che vi abitavano in origine anche se in seguito matrimoni e eventi terreni hanno modificato l’assetto originario collocandovi famiglie diverse per cognome.

I toponimi derivati da particolari formazioni del terreno, ‘a muntagnella, vico pozzo nuovo e vico pozzo vecchio, o derivati dalla presenza di qualche fabbrica sacra, come piazza della Annunziata, o dove si svolgeva la vita della comunità come piazza o largo del mercato, oggi piazza Matteotti , ci indicano appunto luoghi di vita comune o indicati in base alla particolarità del luogo. Dire oggi la “pietra bianca” o “via de sambuci” o “avutata a lava” non dà alcuna indicazione, se non ai più anziani, della zona ove erano collocate queste località o del perché del toponimo. Resta visibile ed indicativo il masso posto all’angolo di via Literno con il corso Campano definito “il selcione” che ha dato vita alla omonima contrada. Con una serie di ragionamenti e notizie cercheremo di costruire una conoscenza comune di queste memorie.

Cominciamo con la località detta Barracano.

Andando verso Qualiano, nella zona più vasta della attuale Campopannone, vi è località Barracano.

Un toponimo che sin dalla antichità è rapportato alle torri di guardia inserite nelle cinte murarie delle città. Ne troviamo citazione nel testo di Ciro Lasarolla, pubblicato a Bologna nel 1743, ove descrive i barracani come “ siti nelle mura della città che s’avanzavano in fuori e in effetti vi si tenevano le guardie o sentinelle per sicurezza della città” e, riferito sempre a Bologna, il testo di Vincenzo Sampieri, del 1630, ci notizia di una chiesa detta “Madonna del Barracano” risalente, con la omonima congregazione, al 1401.

Non avendo notizie di avamposti militari o di parti antiche della città ubicate in quel luogo devo dedurre che questa eventuale genesi del toponimo vada scartata.

Una altra possibile spiegazione è il collegamento della località con una famiglia Barracano che anticamente possedeva terreni in loco.

Barracano è un cognome diffuso con maggiore concentrazione in Puglia , nella zona barese, ma lo troviamo anche come toponimo sardo dal quale deriva il cognome Barac(C)ani che significa proprietario del terreno e in italiano” mantello di panno grossolano”, come spiega Massimo Pittau nel testo “Toponimi della Sardegna meridionale”, edito, nell’anno 2011, dalla EDES. In Campania vi è una diffusione non grande del cognome: abbiamo una citazione in “Nuova Guida per forastieri della città di Napoli” di Domenico Antonio Perrino , dell’anno 1725, quando si cita un “palazzo Petrone già della famiglia Barracano”. Maggiore notorietà è riconosciuta al personaggio eduardiano di Antonio Barracano nell’opera “Il sindaco del Rione Sanità”, però nei registri parrocchiali di Giugliano, dalla metà del 1500, e nel catasto onciario del 1753 di famiglie con questo cognome non vi è traccia.

Arriviamo cosi alla terza possibilità. Un uso del termine barracano è legato al tipico abito in uso in Africa settentrionale, costituito da una lunga pezza di stoffa bianca, utilizzato sia da uomini che da donne di quelle etnie oltre che dagli ebrei locali. Ma come abbiamo letto innanzi assume anche significato di “mantello di panno grossolano”. Nel catasto onciario di metà 700 la zona è menzionata 16 volte come toponimo di attività agricola a indicazione di una forte presenza di operatori del settore, lo stesso catasto riporta la presenza di una importante quantità di ovini allevati in Giugliano. Possiamo ipotizzare che la lana di questo notevole numero di pecore sia stata la base di una industria di produzione di capi grossolani in lana, non scordiamo che Giugliano era una forte produttrice di stoffe di canapa e di seta con oltre 100 telai. Questo darebbe un senso ad un toponimo che cammina nel tempo e paga l’oblio della sua genesi.

Pio Iannone