IL VOLO DELL’ANGELO

IL VOLO DELL’ANGELO




Il Volo dell’Angelo a Giugliano .
Una tradizione antica oltre 250 anni.
Seguendo la cadenza della festività Pasquale, la Pentecoste è, anch’essa, un celebrazione mobile, legata alla procedura della fissazione annuale della Pasqua, che, essendo legata ai cicli lunari, varia di anno in anno. Pentecoste è per gli Ebrei la festa che ricorda il giorno in cui, sul monte Sinai, Dio diede a Mosè le Tavole della Legge. Per la Chiesa cattolica è la festa che ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli. I Cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua. Divenuta festa fissa del calendario liturgico cattolico è detta Festa dello Spirito Santo. Le festività, che racchiudono la celebrazione del volo dell’angelo, hanno inizio il lunedì, dopo pentecoste, dalle prime ore del mattino, quando, gruppi di donne, vestite di bianco, cominciano ad avviarsi verso la piazza dell’Annunziata, per assistere alla santa Messa.Dalla Chiesa provengono gli ultimi suoni della celebrazione sacra, dopo la quale, il carro trionfale, posto nella navata centrale, sul lato destro, viene posizionato al centro della Chiesa dai confratelli della Congrega. Nel silenzio si odono i comandi secchi impartiti, quasi sussurrandoli, per allinearlo alla porta di ingresso. La luce del sole, nato ad oriente, penetra nel luogo sacro illuminandolo. Il cupolino, che ospita il Simulacro, trasportato precedentemente in solenne processione, dalla chiesetta dell’Epitaffio, è stato calato all’interno del carro trionfale.Il suono continuo delle campane avverte la folla, che ormai riempie la chiesa e la piazza antistante, che l’uscita del carro sta avvenendo. Lentamente la prua si affaccia sul sagrato. Lo sforzo dei confratelli ora sarà più consistente perché bisognerà fare scendere il carro, passando sulla pedana di legno che copre i gradini della chiesa. Il peso è notevole ma lo sforzo non traspare nei gesti dei pochi uomini che lo spingono o ne frenano la discesa. Il carro giunge sulla piazza, viene posizionato in modo che il simulacro sia rivolto ad oriente. A questo punto le donne si stringono accanto ad esso, circondandolo con i loro corpi e toccandolo come se volessero accarezzarlo. Lentamente il cupolino risale in cima al carro, mentre le campane suonano incessantemente, poi, appare la corona, il piccolo volto nero della Madonna e, pian piano, compare la figura distesa del Cristo, deposto ed adagiato sulle ginocchia della madre. Una immagine che si inserisce nella tradizione germanica del “vesperbild”, scena del tramonto, nata nel XIV secolo e che culmina nella pietà scolpita da Michelangelo.
Gli sguardi volgono verso il palazzo posto alla sinistra del carro. Un batuffolo bianco, una bambina dalle sembianze di un angelo, sta per essere agganciato al cavo che attraversa la piazza.La bambina viene sospesa nel vuoto e, dopo un brivido iniziale, segue un lungo applauso della folla. La bambina canta, lo sguardo è proteso innanzi, poi arriva al centro della piazza, in perpendicolare al simulacro della Vergine, e viene calata. Il silenzio avvolge le migliaia di persone che gremiscono la piazza ed i vicoli che su di essa affluiscono, come fiumi nel mare, protese all’ascolto delle preghiere, delle antiche composizioni.
Poi “ l’Angelo” risale, lancia i petali dei fiori e i lascia volare i colombi.
La discesa dello Spirito Santo è stata di nuovo rappresentata. La musica della banda, il fragore degli applausi, accompagnano l’ “angelo” mentre si avvia verso l’antica torre del palazzo Pianese, posta alla destra del carro. Tornata nella piazza, la bambina prende posto accanto al simulacro ed il carro si avvia per compiere il suo percorso. Centinaia di donne, vestite di bianco, l’accompagnano recitando litanie e canti che trasformano le vie della città rendendole, ancora una volta, come da centinaia di anni, in luogo di un collettivo gesto di ringraziamento o di richiesta di grazie. A sera, al volo dell’angelo, seguirà la parte più toccante della celebrazione: decine di donne affronteranno l’ultimo tratto, che le separa dalla rappresentazione dall’Annunciazione, pregando e, molte, in ginocchio.
La prima attestazione del “Volo dell’Angelo” a Giugliano è data dalla descrizione che ne fece del delegato pontificio Giuseppe Simonio Assemani nella relazione con la quale illustrò al Capitolo Vaticano le fasi della prima Incoronazione Mariana della Madonna della Pace. Era l’anno 1749. Il “volo dell’angelo” di Giugliano è una tradizione antica, sicuramente, oltre 250 anni
Antonio Pio Iannone