Il culto di san Giuliano prima di san Giuliano.

Il culto di san Giuliano prima di san Giuliano.




Secondo la narrazione del Basile il culto di san Giuliano arriva a Giugliano agli inizi del 1600. È l’epoca del ritrovamento di spoglie attribuite al santo.
In precedenza la sola san Giuliana, di provenienza Cumana, era salita sino al rango di patrona cittadina dopo la distruzione di Cuma e il trasferimento del capitolo a Giugliano. Siamo, quindi, dopo il 1207.
Quindi di santi dal nome Giuliano venerati in zona non ve ne dovrebbero essere.
Ha suscitato, invece, il mio interesse la notizia riportata in una nota del libro dei proff. Vitolo e di Meglio dal titolo “ Napoli Angioino- Aragonese. Confraternite, ospedali e dinamiche sociali” , dove si indicava un ospedale san Giuliano, esistente al 1496, collocato nel territorio di Giugliano. Gli studiosi ne ipotizzavano un collegamento, seppur ideale, con il circuito degli ospedali della catena di sant’Eligio.
Una notazione riferita a questo santo la riporta il Basile quando scrive…” Fu ancora questa Chiesa ( si riferisce a santa Sophia) ampliata da un altro Cappellone sotto il titolo di S. Eligio eretto dalla divozione de’ Massari che in quei tempi formavano la parte migliore e più doviziosa di questa popolazione. Anzi si vuole per tradizione che il primo titolo d’essa fosse stato quello di S. Eligio, poi dello Spirito Santo, finalmente del Corpo di Cristo, il che, a mio credere, dovette accadere dopo l’anno 1264, allorché fu da Urbano IV istituita la festività del Corpo di Cristo”.
Sant’Eligio fu un santo di culto angioino e la sua prima chiesa, fondata da uomini della corte di Carlo I d’Angiò, risale al 1270, accanto ad essa sorse anche un ospedale per poveri e viandanti. La pronunzia napoletana era santaloia. Un cognome ancora oggi diffuso nella parte antica di Giugliano
Torniamo alla notizia che ha suscitato il mio interesse.
Era stata ricavata da un volume intitolato “Antonino de Campulo, 1468, anonimo 1495-96, a cura di Isabel Blaha e D. Romano” . Questo Campulo era un notaio napoletano e l’atto che redige è inerente ad una sorta di gara di affidamento di una struttura alberghiera, diremmo oggi, sorta accanto alla chiesa ed all’ospedale di san Giuliano.
Questa struttura composta di piano inferiore e superiore, oltre altri comodi, era in stato di imminente crollo per l’antichità di realizzazione e si era cercato una persona interessata a rilevarne la conduzione contestualmente al risanamento dello stesso a proprie spese.
Alla fine l’affidamento era stato fatto a tal Tullio de Troyanis di Napoli.
Purtroppo l’ubicazione di questa struttura non è precisata, sappiamo solo che confinava con una pubblica via.
A questo punto sappiamo che una struttura composta da chiesa dedicata a san Giuliano con annesso ospedale e struttura ricettiva sorgeva “fuori ma non distante da Napoli”.
È evidente che sia per la data di redazione dell’atto che per la vetustà del fabbricato non stiamo parlando di san Giuliano di Sora le cui reliquie furono ritrovate il 2 ottobre 1614, come attestato dal vescovo Girolamo Giovannelli.
È evidente che la chiesa era intitolata ad altro san Giuliano venerato in epoca antecedente al 1500.
Ma dove era collocata questa chiesa?
Una indicazione la si trova in Ludovico Muratori “Raccolta degli storici d’Italia dal 500 al 1500 – Liber Notarum “ pag. 722 ove riporta l’esistenza di una chiesa dedicata a san Giuliano. Appunta che trattasi di Antica chiesa sulla via d’Aversa, all’epoca dello storico ridotta a piccola cappella, con una epigrafe, indicante che vi era annesso un ospedale e che fosse stata fabbricata dai Loffredi”
Muratori scrive tra la fine del 1600 l’inizio del 1700.
Una chiesa dedicata a san Giuliano in epoca anteriore al 1500 non può che rimandare a San Giuliano di Le Mans. Giuliano era un nativo di Roma mandato in Francia per convertire pagani locali. Siamo nel III secolo. Varie fonti, più o meno attendibili, narrano della sua missione evangelica. Solo nel secolo VIII prende corpo un suo culto diffuso oltre la cittadina di Le Mans. Saranno i Normanni a fungere da veicolo di questa venerazione portata sia in Inghilterra che nel Meridione d’Italia. I normanni sono giunti nelle nostre zone subito dopo il 1100 creando in Aversa il punto centrale della loro area di comando e vi hanno governato sino alla metà del secolo successivo.
Di una chiesa, presumibilmente, a lui dedicata abbiamo, quindi, documenti che ne attestano l’ esistenza in tempi passati, rispetto alla redazione degli stessi senza, per altro, ubicare la struttura se non con un aleatorio “ sulla via per Aversa”.
Andiamo oltre.
Sappiamo, per scritto di Agostino Basile, che” il monastero della SS Trinità dei padri Cappuccini fu edificato nella parte settentrionale di Giugliano , a mezza strada tra Giugliano ed Aversa, nel luogo detto Deganzano, un tempo Villaggio dei Feudo di Giugliano. Il monastero ebbe origine nel 1545. Il suo primo titolo fu di S. Giuliana, che era il titolo dell’ antica Chiesetta Parrocchiale di quel Villaggio, poi distrutto”. Questo avvalorerebbe anche l’inizio del culto della santa che in epoca successiva al 1207 sarà dichiarata patrona di Giugliano in sostituzione di sant’Anna.
Vi è una osservazione da farsi: Deganzano era staccata dalla Giugliano, quella sorta accanto alla parrocchiale di sant’Anna e alla chiesa poi dedicata a santa Sophia ove vi era stata collocata la statuina della santa Giuliana.
Un ulteriore elemento di valutazione della esistenza di qualche errore perpetrato nel tempo lo fornisce la lettura della Serie Raziones Decimarum Italiae sec. XIII e XVI ( elenco delle decime che i preposti alle chiese dovevano pagare alla diocesi).
Nel riepilogo del 1308/1310 sono riportate le chiese di Giugliano indicate come “ in Villa Iullani” e quella di Deganzano, riportata nella classificazione delle chiese ricadenti “ in Cumano Diocesis Aversanae”.
Le voci inerenti Deganzano, all’interno del repertorio delle decime, indicano la chiesa come intitolata a s. Iuliane, s. Iuliani e ancora san Iuliane il che non risolve il problema ma lascia dubbi sulla certezza che sia indicata Giuliana.
Un clero giuliano dovette esistere sicuramente perché il diploma emanato da re Carlo III d’Angiò nell’anno 1382, riportato nella pubblicazione “Documenti per Aversa” a cura di Giacinto Libertini, edito dall’Istituto di Studi Atellani, anno 2002, imponeva, per la ricostruzione delle mura di Aversa, una partecipazione del clero alle spese. Il clero di Aversa divise l’onere in “passi di mura” da edificare facendo una distinzione degli oneri a carico dei chierici Atellani, 28 passi, chierici Cumani, 28 passi e chierici Giuliani,10 passi.
Pare evidente che vi sia stata una divisione del carico finanziario tra tre diverse comunità religiose. Se di quella Atellana e di quella Cumana abbiamo contezza altrettanto non possiamo dire della comunità Giuliana. È quella di Deganzano? Pare improbabile considerata la piccolissima somma caricata dal registro delle decime. È quella di Giugliano? In tal caso l’appellativo clero giuliano dovrebbe riferirsi all’intero clero locale se pur preposto a varie parrocchie e cappelle avrebbe assunto la denominazione derivata dalla nuova patrona.
Parrebbe, come si vuole per tradizione, che due entità territoriali ricadenti sotto diversi padroni assumano la stessa santa di riferimento che, se per la parte di insediamento del clero cumano ha una motivazione, per Deganzano non ne ha.
Ho fatto cenno a san Giuliano di le Mans e la sua diffusione nelle zone sotto il dominio Normanno.
L’area di Deganzano sicuramente era compresa in questa dominazione.
Tanto che si potrebbe ipotizzare che Deganzano, descritto sempre come un piccolo villaggio, potrebbe nascondere realtà sino ad ora mai ipotizzate. Sappiamo che nel 1305 era Feudo di Nicolò Filomarino che lo aveva ricevuto in dote dai Varavalla , a cui era appartenuto dal 1274. È attestato che sin dagli inizi del 1100 la famiglia possedevano parti, se non l’intero Deganzano, e se parti di un territorio vanno a costituire dote di spose di una famiglia di antico lignaggio evidentemente non stiamo parlando di poca roba. Sicuramente stiamo parlando di terreni, case ed uomini addetti alla coltivazione e alla produzione di ricchezza.
Deganzano doveva avere una certa importanza se dopo la distruzione di Aversa da parte di Ruggero di Sicilia e la ricostruzione avviata, che durò a lungo, tanto che nel 1189 i canonici pagavano ancora una tassa «pro muniendis muris civitatis», la cinta muraria, come riporta Enzo di Grazia in Topografia storica di Aversa, rimase pressoché inalterata, salvo l’apertura della porta meridionale, o Portanova, per collegare la città coi vicini villaggi di Deganzano etc.
Quindi, infine, abbiamo la certezza che un san Giuliano (di Le Mans?) fosse venerato in zona prima del san Giuliano di Sora, che un ospedale ed una chiesa, con annesso ospedale, sono esistiti “ sulla strada per Aversa”, anche se la rete viaria dei primi secoli successivi all’anno 1000 era più quella romana che quella attuale, e che la strada per Aversa potrebbe essere qualsiasi strada e da qualsiasi direzioni di indicazione del senso di marcia, che con molta probabilità Deganzano ha una storia che non è quella di Giugliano, se non dalla vendita di metà 1600 al d’Acquino, sulla quale occorre attivare qualche indagine più approfondita.

Antonio Pio Iannone – Giugno 2021 –