Uno ‘mpont”a luna

Uno ‘mpont”a luna




Uno ‘mpont”a luna era un gioco individuale, una sorta di cavallina con una originale esplicazione delle modalità di rappresentazione. Vi partecipavano di solito sei o sette ragazzi, più o meno coetanei e sufficientemente robusti.

Per l’inizio del gioco bisognava individuare un ragazzo che stesse sotto, e si procedeva facendo ‘o tuocco. Questi doveva posizionarsi piegato in avanti, con le mani puntate sulle ginocchia per sostenere il peso degli altri giocatori mentre lo scavalcavano di corsa puntando a loro volta le mani sulla sua schiena. Il cerimoniale completo prevedeva la pronuncia di una frase durante ogni salto,accompagnata in alcuni casi da un gesto particolare.

La denominazione del gioco prendeva il nome dalla prima enunciazione, ovvero: «Uno, ‘mpont”a luna». Queste erano le altre frasi: «Ddoie, ‘a figliola»;
«Tre, ‘a figlia r “o rré»;
«Quatte, in pacca», accompagnata dal gesto di dare un calcio sul sedere del malcapitato;
«Cinche, aunàte ‘i mezzuni», facendo il gesto di raccogliere da terra dei mozziconi di sigarette; oppure «Cinche, alzate le mani», con il gesto appunto di alzare le mani mentre si cadeva in piedi dopo il salto;
«Sei, monti in blu»;
«Sette, statuine», restando ciascuno immobile dopo il salto, senza toccare gli altri, con l’evidente difficoltà di scansare chi si era già esibito;
«Otto, ‘mpugnate», puntando le mani chiuse a pugno sulla schiena del sottoposto;
«Nove, soldatini (osentinelle)», cadendo perfettamente in piedi;
«Dieci, va a piglià ‘u ciuccio là mmiezo»;
«Unnici, ‘i sulicille zirì zirì»;
«Dodici, posate le armi», facendo in modo di lasciare un oggetto qualsiasi sulla schiena o sulle braccia del sotto, mentre si saltava;
«Tredici, mitragliatrice»;
«Quattordici, ‘u cannone».

Chi commetteva un errore andava subito sotto, ovvero se dimenticava di commentare con un gesto la frase pronunciata, se non riusciva a dare il calcio, se si muoveva invece di fare la statua, se la sentinella nel saltare toccava terra in posizione non eretta, se si faceva cadere un oggetto dalla schiena del sotto. Devo evidenziare che ho cercato di ricostruire scrupolosamente l’esatta dichiarazione e sequenza dei numeri, confrontandomi con tanti amici che a distanza di circa quarant’anni non sono riusciti a mettersi d’accordo, perché ormai il ricordo di quei giochi lontani si è parzialmente confuso e dimenticato.