Cosimo Pinelli terzo padrone di Giugliano

Cosimo Pinelli terzo padrone di Giugliano




 

Cosimo viene indicato come II duca di Acerenza, III marchese di Galatina e V conte di Copertino.
I titoli sono stati acquisiti per nascita.
Diciamo che Cosimo non aggiunge nulla al blasone della famiglia anzi con lui inizia crisi derivata dall’abbandono della entrata cospicua garantita dalla attività finanziaria del nonno. Galeazzo, figlio di Cosmo seniore, ha abbandonato ogni attività in campo speculativo e di finanza pubblica, Vincenzo, il fratello, va a vivere a Padova creando uno dei salotti culturali più importanti d’Europa ma che dal punto di vista economico ben poco produce, dell’altro figlio, Giulio, non si hanno notizie se non che è presente spesso nei registri parrocchiali, in particolare nel luglio 1567 quando battezza la figlia Claudia Faustina, avuta con Lucretia de Marinis, e nel 1569 quando battezza l’altra figlia Laura.
Dati che fanno pensare che fosse un abitante stabile del palazzo giuglianese.
Galeazzo gestisce i feudi pervenutogli dalla moglie Livia Squarciafico e quello acquistato in asta, Acerenza, che sicuramente non bastano a garantire il tenore di vita esibito dal vecchio Cosmo ne a manutenere le lussuose dimore realizzata nel corso del 1500. In questa atmosfera cresce Cosimo. Deve essere nato attorno al 1560, dato che il fratello Carluccio nasce nel 1561, muore nel 1590 a 18 anni, qualche anno prima che Cosimo battezzi la prima figlia, almeno qui a Giugliano, avuta con Nicoletta Grillo, Clementia Marina , come la trisavola Clementia Ravaschieri, il 15 agosto del 1593, e lo troviamo, a Giugliano, nel 1598 quando battezza tale Francesco Antonio, uno schiavo islamico, dove appaiono nel registro battesimi, come padrini, lo stesso Cosimo, Lucretia Pinelli ed il cugino Julio Caracciolo.
Cosimo avvia nei feudi Lucani una massiccio opera di mecenatismo e di impulso religioso finanziando la costruzione di Chiese, conventi, opere pubbliche.
A Giugliano? Non abbiamo dati che colleghino investimenti della famiglia in tal senso, salvo quello successivo di compartecipazione con l’Università per acquisto dai Pragliola dei cinque moggia di terreno sul quale far sorgere il convento dei frati francescani dedicato alla Madonna delle grazie.
Non possiamo però sorvolare sulla coincidente ripresa della edificazione delle fabbriche sacre anche qui da noi. Il monastero di sant’Antonio e san Crescenzo dei Padri Conventuali prende avvio nel 1591, sui resti della vecchia parrocchia di san Felice, quello di Santa Maria della Grazie dei Padri Riformati si avvia nel 1615 con l’acquisto del suolo da parte della Università, come detto, con il concorso del figlio di Cosimo, Francesco Galeazzo, sul suolo ove sorgeva una cappella dedicata a sant’Alessio, forse un rimando ad una zona cimiteriale, lo stesso Monastero delle signore monache sotto il titolo della Immacolata Concezione prende corpo del 1625 per iniziativa del chierico Giulio Turco. Sopra tutto balza l’avvio dei lavori di rifacimento delle due chiese pubbliche quella della Annunziata e quella di santa Sophia.
Non possiamo sostenere che vi sia stato un apporto finanziario, più o meno congruo, da parte della famiglia Pinelli , allo stato lo studio dei conti della Università è impresa ardua per costi e tempo, per la realizzazione di queste opere ma, di certo, la disponibilità della ricchezza locale era tale da supportare con le “ elemosine” spese valutabili in milioni di euro odierni.
Cosimo muore nel 1602 dopo avere messo la mondo l’erede Galeazzo Francesco e la figlia Livia, che sposerà Camillo Pignatelli marchese di Lauro. Livia reggerà le sorti dei feudi sino alla maggiore età di Galeazzo Francesco, nato nel 1597, e si risposerà nell’ottobre del 1611 con il nobile de Capua.
La cerimonia avverrà nel palazzo Pinelli.

Antonio Pio Iannone