La Chiesa Collegiata di Santa Sofia è una delle chiese più grandi ed importanti di Giugliano, costruita su disegno di Domenico Fontana tra il 1622 e il 1693. La facciata, dalle sobrie linee tardo-manieriste è conclusa a timpano, presenta la classica partizione in lesene elevate su uno zoccolo, un finestrone centrale ed un bel portale in piperno del XVII secolo. Ai lati dell’ingresso si trovano due lapidi marmoree. Quella sulla destra ricorda come in questo tempio il 23 febbraio 1632 venne sepolto lo scrittore Giovan Battista Basile, quella di sinistra, invece, riproduce il decreto emanato da Papa Urbano VIII il 22 novembre del 1636, con il quale si autorizzava la celebrazione dei riti funebri in Santa Sofia benché essa non fosse parrocchia.
Il campanile, progettato dal giuglianese Nicola Campitelli, fu costruito a partire dal 1776 e fu poi terminato nel 1785; originariamente esso sorgeva leggermente distaccato dalla chiesa, al centro del Corso Campano. Quando però nel 1890 partirono i lavori di ampliamento ed allineamento di questa strada, il campanile venne smontato pietra per pietra e rimontato nella posizione attuale. Fino al 1994, anno in cui vennero trafugati, alla sua base erano incastonati tre bassorilievi in marmo raffiguranti “Il sole radiante”, “La donna pregna dormiente” (che divenne col tempo stemma e simbolo della città di Giugliano) e “Santa Sofia”, oggi riprodotti su iniziativa della Pro Loco.
La bellissima cupola fu danneggiata nel corso della Seconda Guerra Mondiale ed è stata restaurata e ricostruita nel dopoguerra. E’ impostata su un tamburo finestrato e culmina con un elegante lanternino di gusto rococò, a sua volta concluso in alto da un globo metallico.
L’interno, luminoso e bellissimo, è forse una delle massime realizzazioni del barocco-rococò della zona a nord di Napoli. Vi sono dieci cappelle disposte simmetricamente lungo la navata, quattro altari nella zona absidale ed altre due cappelle alle estremità superiori della crociera.
Tra le tante opere d’arte è possibile ammirare l’imponente organo ligneo realizzato dal giuglianese Fabrizio Cimino, uno dei maestri organari di maggior fama nel XVIII secolo. Vi sono opere di notevoli artisti, quali Nicola Cacciapuoti, Giuseppe Marullo, Girolamo Muziani, Domenico Viola, Aloisio Cacciapuoti e Fabrizio Santafede.
A sinistra della navata si può ammirare la Cappella di San Giuliano; l’ampiezza e la ricchezza di questo ambiente autorizzano a parlare quasi di una vera e propria “chiesa nella chiesa”. La cappella è dedicata a San Giuliano Martire, protettore principale della città di Giugliano dal 1622. Come ricorda la lapide posta sull’arco di ingresso, essa venne eretta nel 1631 dal popolo giuglianese quale ringraziamento al Santo che aveva protetto la città dalla spaventosa eruzione del Vesuvio di quell’anno. Al suo interno colpisce la ricchezza degli stucchi, tutti quanti di buona fattura seicentesca. Le quattro statue che si vedono nei pilastri della cupola che sormonta la cappella rappresentano le “Virtù Teologali”; nella vele sono invece riconoscibili “I quattro Evangelisti”. Sul fondo, dietro l’altare sormontato da un busto di San Giuliano, sino al furto del 1998, si trovavano quattro tele del pittore seicentesco Pacecco De Rosa.