Cappella di Sant’Antonio

Cappella di Sant’Antonio




 

L’ex Monastero e la Chiesa dei Santi Antonio e Crescenzo dei Padri Conventuali è sito in via Arco Sant’Antonio, ad angolo con la I traversa dell’omonima strada. Era dedicato a Sant’Antonio, che fu un frate francescano, e San Crescenzo martire.

Il Convento sorge dove un tempo sorgeva la Chiesa di San Felice martire, Vescovo di Nola, trasferitasi poi nell’attuale Chiesa di San Marco Evangelista.

La sua edificazione iniziò subito dopo il 1591 quando alcuni Padri Conventuali giunsero a Giugliano.
Il Monastero ebbe inizialmente la denominazione di Sant’Antonio, e poteva contare sulla presenza di 12 frati. Nel 1699, Padre Carlo Palumbo, ottenne dal Papa Innocenzo XII, il corpo del martire San Crescenzo, che per lungo tempo venne venerato in questa Chiesa, attirando per i suoi miracoli, migliaia di fedeli anche da paesi lontani.
Nel 1705, grazie alle somme di denaro raccolte dai fedeli, al posto della vecchia Chiesa, venne quindi iniziata l’edificazione di una vera e propria Basilica con pianta a croce latina; nel 1714 venne eretto l’altare dedicato a San Crescenzo dove venne deposto in una cassa di legno chiusa sul davanti da un vetro il corpo del Santo. Anche se la Basilica non fu mai del tutto completata, la pianta a croce latina fu definita, e l’ampiezza della Chiesa fece sì che essa fosse molto frequentata.
La Chiesa, oltre al corpo di San Crescenzo, conservava numerose altre reliquie di altri Santi, e più specificatamente quelle dei Santi Pacifica, Daziano, Giocondo, Onesto, Vittorino, Crescenza, Amico, Adjuto, Benedetta, Magno, Teodora, Severa e Felicissimo.
All’inizio del 1800, i Padri Conventuali furono costretti ad abbandonare il Convento, e la Chiesa, fu chiusa al culto; in questo frangente vennero trasferite nella Chiesa di San Marco Evangelista le spoglie di San Crescenzo, dove è tuttora conservato e venerato, ed anche gli altari della Basilica furono poi montati in tale Chiesa.

Attualmente al posto della Chiesa, di cui possiamo ammirare solo l’ingresso, sovrastato da un finestrone rettangolare, parte dell’alto muro della facciata, e poco altro, sorge un ampio cortile, circondato da vari caseggiati, mentre l’allora Sacrestia, è l’attuale Cappella di Sant’Antonio. Lodevole è anche lo stato di conservazione del chiostro del Monastero, caratterizzato dall’antico pozzo quadrangolare al centro, dal basolato, e da un ampio porticato quadrato, su ogni lato del quale, cinque arcate a tutto sesto che si dipartono da colonne in muratura, sono sormontate da altrettante finestre rettangolari.

La facciata della Chiesa, del tutto liscia, è contraddistinta da un cancello in ferro lavorato, in stile neo-liberty, con un retrostante portone in legno, ed una porta, anch’essa in legno, con un’ampia vetrata; nella parte bassa dell’anta è scolpito “Sant’Antonio con in Bambino Gesù in braccio”, immagine che è ripresa su un tabellone recentemente posto sopra l’ingresso della Chiesa; l’ingresso è sormontato da un piccolo finestrone ellittico. Il tetto è piano.

Passando all’esame dell’interno, la Chiesa di Sant’Antonio è di ridotte dimensioni; essa si presenta secondo una pianta rettangolare, ad unica navata. L’altare, realizzato in legno è rialzato mediante uno scalino dal resto della Chiesa; alle sue spalle vi è un antico altare in marmo, in cui è posto il tabernacolo, che veniva usato in maniera esclusiva prima, allorquando il Sacerdote celebrava la Santa Messa dando le spalle all’assemblea. Sulla parete di fondo, posta in alto rispetto ad esso, vi è una nicchia in cui è custodita una statua di “Sant’Antonio con il bambinello”, al centro di una pittura parietale che rappresenta in prospettiva una finta Cappella con cupola semisferica.

La Cappella di Sant’Antonio presenta una volta a schifo, ed è illuminata, oltre che dall’ampia vetrata presente nella porta d’ingresso, da un grosso finestrone rettangolare, posto nella parete alla destra di chi entra.

Il pavimento è realizzato in maioliche di colore uniforme blu, dove sono posti i banchi. Un locale, adibito a Sacrestia, collega la Cappella con il portico del chiostro. L’intero complesso è di proprietà privata.