Come già ricordava nel 1800 lo storico locale Agostino Basile, le origini dello stemma di Giugliano risalgono a tempi immemorabili. Le sue radici affondano infatti nel millenario rapporto intercorso tra la città e Cuma, la colonia greca che secondo lo storico latino Strabone venne fondata da Ippocle di Eubea e Megeste di Calcide ben due secoli prima della nascita di Roma.
Al centro dello stemma cittadino è rappresentata una donna incinta che dorme in riva al mare. Questa immagine rimanda direttamente a Cuma perché, secondo un’antica leggenda, la città sarebbe sorta sul punto esatto in cui i due fondatori, scesi dalle navi, avrebbero trovato una donna gravida che dormiva. A sostegno di tale racconto, gli storici dell’antichità portavano la considerazione che il nome greco di Cuma, Kume, aveva la stessa radice di un’altra parola greca, kumaino, che significava proprio “donna gravida”. E’ probabile che tutti questi elementi siano stati tenuti in considerazione dai molti cumani che si trasferirono a Giugliano dopo la distruzione della loro città operata dai napoletani nel 1207. Questi profughi portarono con loro usi e costumi millenari che soppiantarono le rozze tradizioni locali, imponendosi in tutti gli aspetti del vivere, da quello religioso, con l’adozione da parte del clero giuglianese della definizione di clerus cumanus, a quello civile, con la scelta della donna incinta – la kumaino appunto – a simbolo della città.
La più antica rappresentazione dello stemma di Giugliano si ritrova in un affresco della metà del Seicento custodito nel chiostro del Convento francescano di Santa Maria delle Grazie. Tale raffigurazione presenta delle leggere differenze rispetto all’odierna insegna. Infatti, all’indomani dell’unità d’Italia vennero aggiunti la corona turrita, simbolo della municipalità, e i due rami, a destra di alloro e a sinistra di quercia, simboleggianti rispettivamente la gloria e la forza; elementi, questi ultimi, presenti, insieme alla stessa corona, anche negli stemmi di molti altri Comuni della penisola.