Opere di Angiolillo Arcuccio

Opere di Angiolillo Arcuccio




21 Agosto 1978 – Parrocchia M. SS. delle Grazie
Angiolillo Arcuccio e Ignoto napoletano sec. XVI
L’incoronazione della Vergine e i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista
d. 1478

Angiolillo Arcuccio fu uno dei più importanti artisti attivi nella provincia napoletana nella seconda metà del Quattrocento. Formatosi sulle opere lasciate a Napoli da vari pittori di corte valenziani, Arcuccio avvertì anche le influenze dei tanti artisti fiamminghi che lavorarono alla cortearagonese. Il polittico della parrocchia della Madonna delle Grazie (anticamente San Giovanni a Campo) rappresentava una delle opere più importanti che erano custodite nelle chiese giuglianesi, essendo l’unico esemplare sopravvissuto delle tante tavole multiple che, come attestano le fonti, si trovavano negli edifici sacri cittadini. Come si evince dalla iscrizione posta ai piedi del pannello centrale, l’opera venne commissionata al pittore da un certo Giovanni Cacciapuoti e dai suoi figli nel 1478, tre anni prima che Arcuccio dipingesse la Annunciazione che si trova sull’altare maggiore dell’Annunziata. Non tutta l’opera però risale alla fine del XV secolo. Il terzo pannello infatti, raffigurante San Giovanni Battista è databile almeno ad un secolo dopo, e venne dipinto da un ignoto manierista per sostituire l’originale di Arcuccio forse danneggiato.Il polittico che qui si presenta non può dirsi propriamente opera perduta. Ritrovato poche settimane dopo il furto, da quasi trent’anni è custoditopresso i depositi della Soprintendenza, che si rifiuta di restituirlo mancando alla parrocchia adeguati sistemi d’allarme.


21 Agosto 1978 – Parrocchia M. SS. delle Grazie
Cimasa e predella del polittico di Angiolillo Arcuccio

Il polittico della parrocchia della Madonna delle Grazie era sormontato da una cimasa, ove vi era raffigurato l’Eterno, mentre alla base era percorso da una predella con Cristo e gli Apostoli. Nessuna di queste due opere era riconducibile né ad Angiolillo Arcuccio, né all’ignoto che dipinse il pannello col Battista. Si deve perciò immaginare l’intervento di una terza mano, sempre alla metà del XVI secolo; mano che si mosse con un linguaggio che ricorda nella cimasa il pittore Marco Cardisco, e nella predella un altro importante artista del Cinquecento, Giovan Filippo Criscuolo.