19 Aprile 1983 – Chiesa delle Concezioniste
Stucchi e arredi vari
Maestranze Napoletane sec. XVIII e XIX
Come riferisce Agostino Basile nelle sue Memorie Istoriche della Terra di Giugliano, la chiesa e l’annesso convento delle Concezioniste vennero edificati nel 1695. L’ordine conventuale tenne la struttura sino alle leggi eversive napoleoniche, apportandovi nel tempo continui abbellimenti. Dalle preziose fotografie che qui si riproducono, e che presentano la chiesa prima delle devastazioni causate dai molteplici furti subiti a partiredall’aprile 1983, riemergono così pregiati stucchi, come quelli che si vedono nello squarcio della seconda cappella a destra, teche per la custodia di reliquie, dipinti e sculture di epoca diversa ma tutte di ottima fattura. Anche se poco visibile, una particolare menzione spetta al pavimento maiolicato ottocentesco, oggi conservato solo in minima parte, sostituito durante il restauro dell’edificio, effettuato alla fine degli anni ottanta,da un discutibile cotto.
19 Aprile 1983 – Chiesa delle Concezioniste
Gelosie lignee
Maestranze Napoletane inizi sec. XVIII
Le gelosie lignee permettevano alle suore concezioniste di assistere alle cerimonie religiose dai corridoi del convento, senza essere viste dalla platea dei fedeli. Di gusto squisitamente settecentesco, verosimilmente esse furono trafugate per essere poi trasformate in elementi decorativi di altri mobili. Ciò perché, nella stragrande maggioranza dei casi, le opere trafugate sono sottoposte a profonde modificazioni. In questo modo anche oggetti in apparenza inservibili finiscono per essere funzionali all’industria criminale che ruota intorno al furto di un’opera antica.
19 Aprile 1983 – Chiesa delle Concezioniste
Altare Maggiore
Maestranze Napoletane inizi sec. XVIII
Le vicende dell’altare maggiore della chiesa delle Concezioniste sono emblematiche del vero e proprio calvario che questo piccolo scrigno d’arte sacra ha affrontato per oltre un decennio. Il meraviglioso manufatto artistico in marmo e scagliola, databile alla prima metà del Settecento, fu prima danneggiato pesantemente durante i lavori di restauro cui l’edifico venne sottoposto, poi letteralmente spogliato nel corso di vari raid operati da ignoti. Provvidenzialmente, nel corso di alcune indagini condotte dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Palermo, alcuni preziosi frammenti sono stati riconosciuti, benché opportunamente camuffati, e recuperati. Tra questi il paliotto, ovvero l’elemento marmoreo che si vede al centro della base dell’altare che, trasformato nell’insegna di un negozio di abbigliamento a Taormina, è stato sequestrato nell’agosto del 2000. Analogo il destino dell’angelo che si vede alla estremità sinistra, recuperato nel 2003 a Palermo presso un antiquario. A proposito di tale angelo, che per la sua bellezza è stato esposto in una grande mostra sulle più importanti opere d’arte recuperate, è da ricordare come per la sua identificazione un contributo determinante sia stato dato dalla Pro Loco Città di Giugliano.
19 Aprile 1983 – Chiesa delle Concezioniste
Altari Laterali
Maestranze Napoletane inizi sec. XVIII
La chiesa delle Concezioniste aveva ai lati della navata quattro altari, tutti di medesima fattura. Realizzati intorno alla prima metà del Settecento, gli altari ricordavano quelli che ornano le quattro cappelle della navata della chiesa della Congregazione di Maria Santissima della Pace. Oggi di questi manufatti non resta più nulla se non l’anima interna in mattoni. Nell’estate del 2000 la Soprintendenza ha riconsegnato al Comune, legittimo affidatario della chiesa, un pilastrino, ovvero uno dei due elementi in marmo che si trovano agli angoli del paliotto. Completamente inutile da solo, tale elemento serve soltanto ad aumentare lo sconforto per ciò che si è irrimediabilmente perso.
Cornice lignea
Maestranze napoletane inizio sec. XVII
Come si è già detto nelle schede relative ai pannelli di predella raffiguranti Scene della Passione di Cristo trafugati da Sant’Anna, essi si trovavano ai piedi dell’imponente tavola con la Deposizione che si ergeva sull’altare maggiore della soppressa Congregazione del Monte di Pietà. I dipinti erano inseriti in questa splendida cornice, presumibilmente databile anch’essa alla metà del Cinquecento. L’opera potrebbe essere stata prodotta a Giugliano stesso, dal momento che innumerevoli documenti d’archivio attestano la presenza in città di rinomati ebanisti, impegnati in importanti committenze anche fuori dal Viceregno.
3 Luglio 2001 – Santuario Annunziata
Angeli trionfanti
Fabrizio Cimino e Maestranze napoletane sec. XVIII
L’organo dell’Annunziata fu costruito dal grande Fabrizio Cimino, autore anche di quello dell’Abbazia di Montecassino. Benché non più in attività, lo strumento musicale, è ancora perfettamente funzionante ed attende soltanto una ripulitura e l’adozione di un sistema di pompaggio automatico dell’aria per tornare ad emettere le sue note. Gli angeli che vennero asportati servivano ad emettere proprio il suono di tromba. L’organo, infatti, oltre alle note convenzionali, ha tutta una serie di cannule preposte alla creazione di suoni particolari, come appunto quello delle trombe ma anche degli uccelli ed altro ancora.
3 Luglio 2001 – Santuario Annunziata
Monogramma A.G.P.
Maestranze Napoletane sec. XVIII
Preziosi reperti, i confessionali settecenteschi dell’Annunziata sono, insieme agli altri arredi del Santuario, la tangibile testimonianza della sua passata ricchezza. Ciò che di tale furto ferisce di più è pensare che questo particolare in legno certamente è stato trasformato in qualcosa che più nulla ha a che spartire con la sua originaria funzione. Molto probabile che, così com’era accaduto al paliotto dell’altare maggiore della chiesa delle Concezioniste, esso sia oggi diventato l’insegna di un qualche negozio o qualcosa di simile.
3 Luglio 2001 – Santuario Annunziata
Cartagloria
Maestranze napoletane sec. XVIII
Fino al 1749 l’altare maggiore del Santuario dell’Annunziata era in legno. Successivamente alla prima incoronazione della Pace, constatata la enorme devozione popolare verso la Madonna, gli amministratori della chiesa decisero di sostituirlo con uno in marmo, più bello e soprattutto meno rovinato dell’originario del 1612. Nel 1750 diedero quindi l’ordine ai Regi Ingegneri Giuseppe Astarita e Bartolomeo Vecchione di progettarne uno nuovo. Dell’impresa se ne occupò il prestigioso marmista Antonio di Lucca, che realizzò lo splendido manufatto che ancora si vede. E’ probabile che gli autori di questo furto non fossero dei professionisti. I pezzi rubati infatti, più che sul mercato antiquario, hanno valore in quello dei preziosi, e forse furono asportati ai soli fini di una spicciola ricettazione.
7 Ottobre 2002 – Santuario Annunziata
Croce a stilo
Maestranze napoletane sec. XVIII
La spesa che nel 1750 gli amministratori dell’Annunziata affrontarono per dotare il Santuario di un nuovo altare fu veramente enorme. Nelle sue “Memorie Istoriche della Terra di Giugliano” il Basile riporta di un pagamento di ben 5037 ducati e 50 grana, una cifra che non è esagerato definire astronomica, anche perché pagata in una sola soluzione. La croce a stilo che ne abbelliva il paliotto non era un pezzo particolarmente pregiato, ciò nonostante venne ugualmente asportato, a dimostrazione di quanto nei furti d’arte il maggiore o minore valore di un oggetto conti relativamente.
7 Ottobre 2002 – Santuario Annunziata
Angelo reggivasca
Maestranze napoletane 1640
La fontana presente nella sagrestia del Santuario rappresenta una delle più antiche testimonianze marmoree custodite al suo interno. Come si può leggere nella iscrizione posta sulla parte alta, essa venne lì collocata nel 1640, pochi anni dopo cioè gli imponenti lavori che avevano cambiato radicalmente aspetto all’originario oratorio che si apriva accanto all’Ospedale. L’intero gruppo è certamente un pezzo pregevole e si inserisce nel coevo filone di realizzazioni in marmo che vede, soprattutto a Napoli, impegnate grosse personalità.
7 Ottobre 2002 – Santuario Annunziata
Corone Auree e Pettiera
Maestranze napoletane 1949
Nel 1949, in occasione della terza incoronazione della Madonna della Pace, vennero fuse con le offerte dei fedeli delle nuove corone e realizzati dei nuovi paramenti per la statua della Vergine. Le opere trafugate, oltre al considerevole danno economico, hanno prodotto soprattutto un grande danno morale. Esse infatti erano la testimonianza di una profonda spiritualità e devozione, ignobilmente profanate con quel gesto.
Data ignota – Via Orologio
Adorazione dei pastori
Maestranze napoletane d.1792
Nella seconda metà del Settecento le strade, gli angoli delle case e dei palazzi di Giugliano si riempirono di maioliche votive. Erano queste la manifestazione di una devozione semplice, popolare, che nasceva anche sull’onda degli avvenimenti storici che proprio in quegli anni infiammavano l’Europa e Napoli. Di tutte le maioliche sopravvissute, alla fine degli anni ’80 il centro culturale L’arco curò una mostra fotografica,realizzando anche una serie di cartoline e lanciando in quella sede la proposta di rimuoverle per custodirle in luoghi più sicuri. Tale suggerimento non venne accolto da chi di dovere e nei primissimi anni novanta, a breve distanza l’una dall’altra, tutte quelle deliziose realizzazioni scomparvero, trafugate nottetempo. Questa “Adorazione dei pastori” era l’unica che recava la data di realizzazione. Opera di maestranze napoletane, essa replicava un tema che nel corso del Seicento aveva avuto grandissima fortuna, diventando un topos della produzione pittorica di matricenaturalistica.
Data ignota – Vico Micillo
Madonna del Carmine e anime pure
Maestranze napoletane
Questa maiolica collocata in vico Micillo fondeva insieme due soggetti molto venerati dalla devozione popolare, la Madonna del Carmine e San Gregorio Magno con le anime purganti. Mentre la fortuna nelle chiese cittadine dell’immagine della Vergine del Carmelo è attestata da innumerevoli dipinti, per ciò che concerne San Gregorio e le anime del Purgatorio è assai probabile che uno spunto per la committenza di questa rigiola sia stato dato dal dipinto di identico soggetto che si trovava nella chiesa del Purgatorio. Quest’opera, fortunatamente rimossa dopo la chiusura dell’edificio, venne realizzata alla fine del Seicento dal pittore maddalonese Carlo Mercurio, che in gioventù era stato allievodel più famoso Battistello Caracciolo.
Data ignota – Via Metito
Madonna della Misericordia
Maestranze napoletane sec. XVIII
Colpisce di questa perduta opera la vivacità con cui sono realizzate le figure ricoverate sotto il manto della Vergine. Una caratteristica di tutte quante le maioliche votive documentate a Giugliano un ventennio fa era quella di avere soggetti mariani. Ciò dimostra inequivocabilmente come, a differenza di quanto è riscontrabile nella produzione votiva di altre realtà del circondario, a Giugliano il culto della Madonna, in tutte quante le sue raffigurazioni, sia sempre stato molto radicato.
Data ignota – Vico Sarnelli
Crocifissione
Maestranze napoletane sec. XVII
Questa era l’unica delle maioliche all’interno delle quali non fosse rappresentata la Vergine. La scelta di effigiarvi la perforazione del costato del Cristo è estremamente singolare. Tale soggetto infatti risulta molto raro anche in pittura. L’opera era realizzata con grande cura e denotava uno studio abbastanza accurato delle proporzioni.
Data ignota – Via S. Anna
S. Anna
Maestranze napoletane sec. XVIII
E’ l’ultima in ordine di tempo delle maioliche votive ad essere stata trafugata. Posta nella piazza antistante la parrocchia di Sant’Anna, era stata protetta dal parroco con una robusta grata di ferro. Evidentemente però neanche questo provvedimento servì a fugare i malintenzionati.
Ignoti, infatti, forzarono il lucchetto che teneva chiusa la grata asportando questa deliziosa immagine.
Data ignota – Via Mattia Coppola
Madonna della Pace
Maestranze napoletane sec. XIX
La Madonna della Pace aveva in questa maiolica la sua unica raffigurazione pubblica. L’opera era databile alla seconda metà del secolo XIX e forse venne realizzata in occasione della seconda incoronazione del simulacro, avvenuta nel 1849.
Data ignota – Vico Trivio
La Sacra famiglia
Maestranze napoletane fine sec. XVIII
Era questa forse la più dolce delle maioliche giuglianesi. La scena che vi era raffigurata era infatti quella della “Sacra Famiglia” , con il Bambino che aiuta Giuseppe a lavorare un pezzo di legno. Databile anch’essa alla fine del Settecento, per la buona fattura che la contraddistingueva dovette essere realizzata in una vavida bottega napoletana.