Premio cultura San Giuliano 2015
cronaca della serata di EMMANUELE COPPOLA
Il Premio Cultura San Giuliano Martire
da tredici anni sulle spalle di poche persone
Sul palco della Pro Loco Città di Giugliano sono saliti più di 700 giovani costituendo, infine, un tandem inscindibile e di altissima professionalità con il Prof. Tobia Iodice. Il Premio Cultura San Giuliano Martire esalta, come speranze immediate e future per la Città di Giugliano, le eccellenze dello studio, gratificando simbolicamente i giovani, uomini e donne, che si siano distinti nel trascorso anno scolastico per aver superato l’esame di maturità con il punteggio massimo di 100 su cento, o che abbiano conseguito il diploma di laurea triennale o magistrale con 110 e lode.
Quest’anno i premiati sono stati quarantatré; ma si ipotizza che altri giovani concittadini non abbiano segnalato alla segreteria della Pro Loco di aver conseguito gli stessi risultati di eccellenza. In tal senso, è giusto annoverare tra i meritevoli di plauso e di alta considerazione culturale tutti i nostri giovani concittadini che abbiano raggiunto il traguardo della Laurea come primo effettivo impegno soddisfatto per porsi al servizio della comunità. I predetti quarantatré giovani sono stati premiati dalle autorità presenti, con la consegna di una pergamena e di un trofeo riproducente artisticamente il Sole Radiato dei Cumani, realizzato dallo scultore Carlo Melodia. Tra le autorità, è stata particolarmente significativa la presenza di un altro ormai celebre nostro concittadino, il Prof. Raffaele Russo, docente universitario e primario presso l’Ospedale Pellegrini di Napoli, uno dei più importanti chirurghi ortopedici a livello internazionale, che ha portato come esempio ai giovani la sua esperienza di dedizione allo studio e di impegno diuturno per raggiungere i traguardi ambìti.
Il cerimoniale della premiazione si è svolto in una atmosfera di esaltante celebrazione culturale, condotta magistralmente da Tobia Iodice, docente di materie letterarie ed appassionato cultore di Gabriele D’Annunzio, agli amori del quale ha dedicato un pregevole libro, che io non mi trattengo dal considerare il miglior relatore e presentatore di eventi culturali. I suoi raffinati interventi, durante la serata di gala, sono stati oltremodo impreziositi dagli interventi canori di Giovanna Ferraro e Francesco Mennillo. Ma la serata del 26 ottobre non è stata finalizzata soltanto alla celebrazione della tredicesima edizione del Premio Cultura San Giuliano, sono stati assegnati anche il Premio Speciale alla Carriera a Virginia Attanasio e Francesco Paolantoni. Mi pare che altri, qualche settimana fa, abbiano già scritto, in cronaca, per annunziare il ricorrente evento del Premio Cultura San Giuliano, giunto ormai, quest’anno, alla tredicesima edizione, che per ciò stesso si dovrebbe ritenere consolidato nella memoria e negli interessi della Città di Giugliano, avendo ben superato il confine delle manifestazioni occasionali che, purtroppo, sono servite, fino ad oggi, a tramandare una rappresentazione del niente in continua evoluzione. La cronaca dell’evento, che si è già storicizzato con successo nella piacevolissima serata di lunedì 26 ottobre 2015, costituisce, pertanto, una cornice di trascurabile interesse, per me che sono attratto dalla necessità di esprimere un giudizio di esclusiva oggettività su quanto esso dovrebbe rappresentare nel panorama delle opportunità di crescita culturale del nostro territorio.
Tuttavia, a beneficio di quanti vorrebbero sapere come è andata la serata, ed in particolare che cosa si è fatto, mi dispongo a considerare doveroso soddisfarne la curiosità, col ricordare, in primis, che il Premio Cultura San Giuliano Martire è stato ideato e viene puntualmente organizzato, ormai da tredici anni, dalla Pro Loco Città di Giugliano, grazie soprattutto alla fiduciosa caparbietà del Presidente Prof. Mimmo Savino, che ha subito trovato sulla sua strada pochi ed efficienti collaboratori. Giuliano Martire, perché ormai da dieci anni ad esso è stato abbinato il Premio Speciale alla Carriera Giovan Battista Basile, che viene assegnato a due personalità in ambito culturale e professionale «che, partendo da Napoli, hanno saputo distinguersi con il proprio talento ed il proprio ingegno, conquistando posti di assoluto primato nel campo in cui operano». Quest’anno il Premio è stato consegnato all’attore napoletano Francesco Paolantoni ed all’imprenditrice Virginia Attanasio Cinque, che gestisce il prestigioso Hotel San Pietro, a Positano. A consegnare il Premio alla Signora Attanasio, sono stati invitati sul palco del 1° Circolo Didattico l’On. Avv. Giovanna Palma e l’Assessore comunale Dott. Vincenzo Mauriello. L’attore Francesco Paolantoni è stato premiato, invece, dal Sindaco di Giugliano e dal Presidente del Consiglio comunale, Dott. Antonio Poziello e Avv. Luigi Sequino. Ma sul palco, infine, è stato invitato a salire, per portare il saluto ed un augurio ai giovani diplomati e laureati, il Generale di Brigata Kostantinos Papavlasopoulos, militare in forza alla Base NATO di Lago Patria, in rappresentanza del Comandante Generale Leonardo Di Marco. Il messaggio dell’alto ufficiale greco è stato molto apprezzato ed applaudito dalla platea affollatissima, per l’intenso richiamo al dovere che ha ciascun giovane di spendersi con le sue migliori energie per se stesso, per la famiglia e per la comunità, contribuendo in tal modo ad esaltare il valore della pace e della concordia, ricordando, infine, che la democrazia è l’espressione di un retaggio culturale, in particolare per le regioni dell’Italia meridionale, che ci deriva dalla comune origine della classicità greca.
A conclusione della serata di gala, il Presidente della Pro Loco, Mimmo Savino, ha ceduto doverosamente all’invito di salire sul palco, e con pacata determinazione ha brevemente rappresentato – al pubblico numerosissimo, ma rivolgendosi al suo interlocutore privilegiato nella persona del Sindaco Antonio Poziello – l’impegno che necessita per continuare a portare avanti negli anni questo evento di sperimentato successo, che dovrebbe ormai rientrare nel patrimonio culturale della Città di Giugliano, e quindi nella sfera di interesse dell’Amministrazione comunale. Mi pare, a questo punto, di avere espletato a sufficienza il dovere di cronaca, nella quale non ero propenso a indugiare, sollecitato, piuttosto, ad esprimere qualche valutazione di merito a proposito della valenza culturale che è insita nell’intenzionalità costitutiva del doppio Premio, e che dovrebbe – a mio parere – essere maggiormente esaltata dalle istituzioni locali, riferendomi, ovviamente ed in primis, agli Amministratori comunali, che ho visto ben rappresentati, entusiasti e meravigliati, a fronte, forse, di una inaspettata eccellenza dell’evento.
Io dico, per aver sempre seguito con riservato interesse questa manifestazione, che il 26 ottobre scorso, sul palco del 1° Circolo Didattico di Piazza Gramsci, si è rappresentata l’eccezionale normalità della Città di Giugliano, ovvero tutto quello che c’è, ma che non si vede, che non trova spazio, e che apparentemente non si moltiplica e non produce frutto, perché troppo spesso, come il grano evangelico, soggiace assediato dalla gramigna. Il Premio Cultura San Giuliano Martire, più che il Premio Speciale alla Carriera, ha una altissima valenza di incentivazione culturale per il nostro territorio, perché è intenzionalmente costituito per esaltare i talenti in nuce, per dire ad ogni giovane, uomo e donna, che ‘‘qui si parrà la tua nobilitate’’, cioè nello studio e nel sacrificio e nelle rinunzie finalizzate che ad esso seriamente si accompagnano.
È quantomeno esaltante considerare che in tredici anni sono stati premiati dalla Pro Loco Città di Giugliano oltre settecento giovani, tra diplomati e laureati di eccellenza, e che ora dovrebbero rappresentare, per il nostro territorio, un ulteriore bagaglio di accresciute esperienze e professionalità, ma anche di sensibilità culturale, per essere stati essi un giorno destinatari di una qualificata attenzione culturale.
Non intendo certamente guastare la festa agli ultimi quarantatré premiati; ma io mi sono domandato, mentre dal palco si davano i numeri complessivi dei precedenti dodici anni, che fine hanno fatto tutti gli altri, perché purtroppo io non sono riuscito più a vederli, se è vero che per tante diverse attività e provocazioni culturali si è per lo più registrato il vuoto attorno ai soliti pochi organizzatori, che probabilmente non si erano laureati con Centodieci e Lode, ma hanno continuato a spendersi al meglio per a Città di Giugliano. Pertanto, ho accolto con curiosità il proposito manifestato dal prof. Mimmo Savino, di impegnarsi a ricercare e riunire in una grande manifestazione quegli oltre settecento premiati, che ‘‘non sappiamo che fine abbiano fatto”.