Lo schiaffo

Lo schiaffo




Altro gioco di immediata improvvisazione, che serviva ad animare la comitiva dei ragazzi specialmente quando non si aveva la possibilità di scorrazzare per le strade, magari a causa della pioggia, ero lo Schiaffo, universalmente conosciuto ma non più praticato come allora. Era un gioco che qualche volta poteva sfociare nella rissa, quando ci si applicava con molto impegno, cercando magari di infierire su di un solo malcapitato, che diventava il cosiddetto suggetto da prendere in giro e mortificare. Spesso, purtroppo, i ragazzi avevano bisogno di trovare una vittima per i loro giochi, per divertirsi di più e fare il branco.

Lo Schiaffo era, dunque, un gioco di gruppo, con un ragazzo che doveva stare sotto. Il primo turno era determinato con la conta delle dita, facendo ‘o tuocco. Poi stava al sottoposto riuscire a liberarsi, lasciando il ruolo ad un altro ragazzo: gli bastava individuare o indovinare colui che gli aveva mollato l’ultimo schiaffo. Tutto il gioco, divertente ed esilarante per chi vi rappresentava la parte attiva, consisteva nel dare uno schiaffo al sottoposto, mentre questi si schermava di lato il volto e gli occhi con una mano, tenendo l’altro braccio piegato a gomito sul petto e mostrando il palmo della mano distesa. Su questa mano un giocatore doveva dare uno schiaffo,che poteva essere leggero come una carezza o poderoso al punto da far traballare sulle gambe il povero malcapitato. Appena dato lo schiaffo, tutti i giocatori alzavano una mano e facevano roteare l’indice chiedendo divertiti “Chi è stato? “.

Se lo schiaffo era stato pesante, il sottoposto chiedeva agli altri di mostrare le mani per indovinare l’autore dal rossore che eventualmente riusciva a rilevare. Altrimenti cercava una risposta attraverso l’espressione dei loro volti. Ma la risposta quasi sempre era sbagliata, a meno di non avere un complice collaboratore, col quale si era precedentemente accordato per scambiarsi il favore.